ALBERTO GROSS | Critico d'arte
L'intero lavoro di Dina Montesu si costituisce come una sorta di pittura primaria, in cui la materia determina e verifica – progressivamente - il dissolversi dei confini tra energia interna: superfici magmatiche, percorse da un colore corroso, stratificato, estenuato fino alle estreme possibilità di dinamica espressiva. [...]
FRANCESCO GALLO MAZZEO | Critico d'arte
Una scrittura tutta sui generis, fatta con una gestualità ritmica, tondeggiante, non già come forma geometrica ma come libera espressione di macchie fatte per coesistere e non per espandersi e occupare tutto lo spazio visibile, generando dei luoghi di attrazione, di affabulazione, in cui la vista - e il desiderio che da essi genera -, si accompagna con una scia di considerazioni, anche musicali, come se, appunto, tutto ciò si verificasse in una spazialità immaginata dall’artista come luogo di una articolata passione per il colore, per la trasparenza e per una sovraimpressione volta ad accrescere questo senso di pienezza e di morbidezza. Una dimensione che nasce dal vortice di una passionalità che è tutta lì, nella pittura, che non risponde a logiche di specularità col reale, ma con un narcisistico guardare con occhi rivolti all’interno. [...]
ROBERTO CORONEO | Critico e storico dell'arte
Dina Montesu a mio avviso ha una personalità originale in quanto slegata da esperienze comuni agli artisti del nostro tempo o confinate all'ambito specificamente artistico. I presupposti culturali delle sue opere vanno ricercati piuttosto nel teatro e nel cinema, che nella pittura; al posto degli statici rapporti compositivi e cromatici, ciò che conta qui sono le dinamiche della fenomenologia della visione, nel rapporto percettivo fra alto/ basso, colore emergente/ forma sommersa. Dal linguaggio tradizionale della pittura Dina sembra rifuggire, con intenzionale rifiuto
e forse anche con fastidio; probabilmente per volontà di non limitarsi al piano unico alla visione, che è peculiare alla pittura di genere e che invece nelle sue opere è continuamente eluso , sfondato,
negato, inteso come quinta di un teatro o schermo di un video. [...]
MATTEA MICELLO | Critico d'arte
Nelle opere di Dina Montesu il registro compositivo si sviluppa attraverso uno stato dinamico coloristico, ricco di pennellate audaci incise da forze dinamiche antropologiche.
I cromatismi impressi sulle tele creano, talune volte, forme che si vanno a riversare verso canoni simbolici , orientati a una crescente visione cosmologica positiva dello stato dell'uomo [...]