ROBERTO CORONEO TESTO - DINA MONTESU

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ROBERTO CORONEO
Critico e storico dell'arte

Dina Montesu a mio avviso ha una personalità originale in quanto slegata da esperienze comuni agli artisti del nostro tempo o confinate all'ambito specificamente artistico. I presupposti culturali delle sue opere vanno ricercati piuttosto nel teatro e nel cinema, che nella pittura; al posto degli statici rapporti compositivi e cromatici, ciò che conta qui sono le dinamiche della fenomenologia della visione, nel rapporto percettivo fra alto/ basso, colore emergente/ forma sommersa. Dal linguaggio tradizionale della pittura Dina sembra rifuggire, con intenzionale rifiuto
e forse anche con fastidio;  probabilmente per volontà di non limitarsi al piano unico alla visione, che  è peculiare alla pittura di genere e che invece nelle sue opere è continuamente eluso , sfondato,
negato, inteso come quinta di un teatro o schermo di un video.
Vien da pensare che soprattutto in quell'artista lo straordinario scenario naturale di Orune abbia giocato un ruolo determinante, rispetto alla configurazione di uno spazio mentale in cui muoversi e far muovere le proprie forme. Infatti, come in un teatro, a Orune da ogni parte si creano continuamente e si sollevano dei sipari, che calano ora sulla gente ora sugli scorci di questo luogo arroccato come un nido d'aquile, che lascia di continuo senza fiato per l'intensità delle sue piazze spagnolesche affacciate sulla splendida vallata... In Dina c'è una particolare insistenza  su una sorta di approfondimento che la spinge a percorrere strade nuove e mai battute, a persistere puntigliosamente nelle trame della ricerca.


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